
Monreale, 13 aprile 2018 – Si trovano ancora in regime di arresti domiciliari i due avvocati monrealesi Salvino Caputo e il fratello Mario. I nomi dei due legali il 4 aprile erano stati iscritti nel registro degli indagati nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Termini Imerese su presunti illeciti commessi nel corso della campagna elettorale per l’elezione al Parlamento della Regione siciliana dello scorso novembre. Salvino e Mario Caputo sono stati accusati di attentato contro i diritti politici del cittadino. Il Gip aveva deciso di applicare la misura cautelare degli arresti domiciliari.
A fronte della candidatura all’ARS di Caputo Mario, con l’utilizzo dell’appellativo “detto Salvino” indicato al momento della candidatura, avrebbero cercato di orientare il corpo elettorale a pensare che il proprio voto servisse a sostenere la candidatura di Caputo Salvino.
Ad assistere entrambi i fratelli sono l’avvocato Raffaele Bonsignore e, in aggiunta, gli avvocati Francesca Fucaloro per Salvino e Nicola Nocera per Mario Caputo.
I legali sono impegnati a cercare di convincere la Procura a ritirare le accuse mosse ai loro assistiti. In particolare gli avvocati stanno raccogliendo le prove che dimostrerebbero come la campagna elettorale fosse stata a tutti gli effetti condotta a favore di Mario Caputo, non solo a Monreale e a Palermo, ma anche all’interno dei comuni del comprensorio madonita dove, come sostengono i PM di Termini, sarebbe stato più semplice ingannare gli elettori che non conoscevano personalmente i due fratelli.
È stata intanto respinta dal GIP di Termini Imerese l’istanza di revisione dell’applicazione degli arresti domiciliari presentata dal legale di Mario Caputo, l’avvocato Nicola Nocera. I difensori di Salvino Caputo non avevano optato per questa formula.
Per entrambi i fratelli è stata invece presentata istanza di riesame al Tribunale del Riesame. Lunedì 16 aprile si svolgerà la prima udienza. Entro il 19 i giudici dovranno depositare l’ordinanza di revoca o di conferma delle misure cautelari.
I legali proveranno a dimostrare l’insussistenza del Fumus commissi delicti, presupposto necessario per l’applicazione delle misure cautelari personali.
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