
Monreale, 30 marzo 2018 – Il comune di San Giuseppe Jato ha nei giorni scorsi iniziato l’attività di controllo delle velocità delle auto che attraversano la SS 624 Palermo-Sciacca. A creare un vespaio di polemiche sono stati i fruitori di questa importante arteria stradale che collega diversi comuni della provincia di Palermo. A generare lo sgomento generale è stato, in particolare, l’annuncio dell’utilizzo di un sistema tanto tecnologico quanto discutibile: lo scout speed. Un sistema di rilevamento “invisibile” agli automobilisti per il quale, secondo la legge, non si necessita di un cartello che avverte della sua presenza.
Ad utilizzare questo sistema di rilevamento della velocità però non sarà soltanto il comune di San Giuseppe Jato. A rivelarlo è l’ex sindaco di San Giuseppe Jato, Giuseppe Siviglia, referente regionale dell’Unione dei sindaci d’Italia. «Sullo scorrimento veloce Palermo Sciacca – scrive l’ex sindaco in una nota -, con ultimo decreto prefettizio sono state rilasciate autorizzazioni ai comuni di Altofonte, Contessa Entellina, Monreale San Giuseppe Jato e San Cipirello, per un totale di sette autorizzazioni per l’uso dello Scout Speed».
Si tratta auto civetta in movimento dotate di strumento per rilevare la velocità dei veicoli in transito su entrambe le direzioni di marcia. Pattuglieranno la 624 nei tratti ricadenti sui territori dei singoli comuni: ciò significa che un mezzo in transito potrebbe essere sanzionato ogni quattro chilometri sino al territorio di competenza della Prefettura di Palermo. «Anche se ufficialmente questi strumenti nascono come deterrenti per fare rispettare i limiti di velocità – continua Siviglia – , diventano una vera manna per le esigue casse dei Comuni che mirano a sanare i propri bilanci con i proventi delle contravvenzioni al codice della strada che dovrebbero essere inseriti nelle strumento finanziario come fondi a destinazione vincolata a beneficio della messa in sicurezza, segnaletica e tutto ciò che riguarda la viabilità».
La gestione di questi servizi viene offerta ai Comuni da società private specializzate in grado di fornire mezzi civetta dotati di speciale apparecchiatura per la rilevazione della velocità dei mezzi a fronte di congrua percentuale sull’incasso dei proventi. «I servizi di pattugliamento così condotti – continua il referente regionale dell’Unione dei sindaci d’Italia – rischiano di diventare insidiosi facendo venire meno il principio della prevenzione che nessuna correlazione deve avere con lo stesso costo del servizio. Ancora dovrebbero essere rivisti i limiti di velocità e le eventuali sanzioni, dovrebbe essere installata un’adeguata segnaletica onde evitare puntuali e lunghi contenziosi, e soprattutto si dovrebbe avere la certezza che il servizio serva da deterrente per evitare gravi incidenti».
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