
29 marzo 2018 – Rallenta la crescita del popolo delle partite iva in Italia. Gli ultimi dati diffusi dall’apposito Osservatorio del MEF, il Ministero dell’Economia e delle Finanzia, registrano a dicembre 2017 l’apertura di 24.450 nuove partite iva, in flessione del 5,7 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Partite Iva, la situazione alla fine del 2017
A dicembre 2017, quindi, sono 24.450 le nuove partite iva. Un dato che, dopo anni di acceleratore, torna a diminuire e anche in maniera importante, rispetto al 2016, infatti, fa registrare una flessione del 5,7 per cento. Per lo più sono persone fisiche. Appartengono a questa natura giuridica il 54 per cento delle nuove partite Iva. Il 37,1 per cento, invece, è rappresentato da società di capitali, il 7,6 per cento da società di persone. Pesa solo per l’1,3, per cento degli avviamenti la natura giuridica che racchiude i “non residenti” e “altre forme giuridiche”. Nel confronto con l’anno precedente cosa accade?
Uno sguardo al passato
Guardando alla situazione del dicembre 2016 si nota che a crescere sono solo le società di capitali, che fanno registrare un +2,2 per cento. Sensibile la flessione delle altre tipologie di partita iva. Quelle che appartengono alla natura giuridica delle persone fisiche, ad esempio, perdono il 9,4 per cento, le società di persone arretrano del 12,1 per cento. Uno strumento molto utile per i neo liberi professionisti è la guida per freelance, offerta gratuitamente da Fatture in Cloud. Qui è possibile conoscere tutto quelle che c’è da sapere per gestire senza affanno la propria retribuzione e il proprio rapporto con i fisco, grazie anche al supporto degli innovativo software proposti dalla società.
Dove sono le nuove partite iva
La maggior parte delle nuove partite iva è stata aperta nelle regioni settentrionali. Qui, infatti, si concentra circa il 45 per cento delle nuove aperture. Seguono Mezzogiorno e Isole, con il 32,6 per cento delle nuove partite iva e chiude il Centro con il 22,2 per cento delle aperture. Solo in poche regioni il numero di partite iva, anno su anno, fa registrare una crescita. Accade in Puglia (+12,2 per cento), Liguria (+9,1 per cento) e Molise (+2,1 per cento). Sensibili i cali in Calabria (-25,9 per cento), Sardegna (- 24 per cento) e nella provincia autonoma di Trento (-20,3 per cento).
Cosa fanno i nuovi professionisti
Il settore del commercio, pur facendo registrare un importante calo nel numero di aperture, continua a rappresentare il primo riferimento per chi sceglie questa formula professionale. A dicembre il 23,7 per cento dei nuovi avviamenti appartiene a questa categoria, seguono: agricoltura (13,1 per cento) e alloggio e ristorazione (10,3 per cento). Anno su anno chi cresce? I comparti interessati dalla crescita sono: sanità (+3,6 per cento), servizi alle imprese e agricoltura (+2,1 per cento). I cali più consistenti, invece, interessano il commercio (-11,8 per cento), l’alloggio e ristorazione (-9,3 per cento) e le attività artistiche e sportive (8,2 per cento).
Uno sguardo alle persone
Ma chi c’è dietro le nuove partite iva? Nel 63,4 per cento dei casi c’è un uomo. Nel 42 per cento un giovane fino ai 35 anni, mentre nel 34,2 per cento dei casi c’è una persona di età compresa tra i 36 e i 50 anni. Rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente la classe più anziana è l’unica in attivo di aperture: +0,4 per cento, mentre la flessione maggiore riguarda la classe 36-50 anni (-13 per cento). Sensibile anche la quota delle nuove aperture legate a persone nate all’estero: il 19,7 per cento delle nuove partite iva. Le persone che hanno aderito al regime forfetario sono 4.421, pari al 18 per cento del totale delle nuove aperture, con un calo del 7 per cento rispetto a dicembre 2016.
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