
Monreale, 23 maggio 2015 – Il libro mastro delle estorsioni perpetrate dalla mafia altofontina è colmo ma soltanto un imprenditore ha deciso di farla finita e denunciare finalmente i propri aguzzini. Tra di loro vi è Salvatore Raccuglia di 48 anni, ritenuto dagli investigatori il reggente della famiglia mafiosa di Altofonte. Raccuglia è il fratello di Mimmo, il boss arrestato nel 2009. Insieme a Raccuglia i carabinieri di Monreale hanno fermato anche Salvatore la Barbera di 46 anni, Andrea Di Matteo di anni 50 e il 52enne Giuseppe Serbino, i tre sono considerati i responsabili dell’attività di esattoria delle estorsioni da destinare al Mandamento di San Giuseppe Jato. Le somme dovevano servire al sostentamento delle famiglie dei mafiosi detenenuti.
Il video diffuso dai carabinieri di Monreale mostra in maniera sprezzante come Salvatore La Barbera va a riscuotere la cifra di 500 euro presso la sede di un’azienda edile. La Barbera conta le banconote che il povero impresario è stato costretto per ben 17 anni a versare nelle casse di Cosa Nostra, non sa che i carabinieri stanno riprendendo la scena e che all’uscita dall’ufficio sarà bloccato in un blitz repentino dei militari. Per l’imprenditore è la fine di un incubo che si presentava puntualmente ad ogni Pasqua e ad ogni Natale.
Un atto di puro coraggio è stato quello di G. S., imprenditore edile di Altofonte: “Voglio avere il coraggio di guardarmi in faccia la mattina mentre mi faccio la barba” ha detto nel giorno della sua liberazione da chi, con la forza e la paura, lo ha costretto a sottostare alle regole di Cosa Nostra, regole che stanno sempre più andando in frantumi, proprio grazie al coraggio di certi Uomini.
L’agenda sequestrata dai carabinieri all’interno della casa di La Barbera perquisita dopo il suo arresto è piena di nomi e di indirizzi che permetteranno di disegnare la mappa del pizzo di Altofonte. Le informazioni contenute in questa sorta di libro mastro delle estorsioni rappresentano una base solida per gli inquirenti al fine di eseguire ulteriori approfondimenti. “L’esempio, il coraggio e la determinazione dell’imprenditore di Altofonte che ha confermato in toto le risultanze investigative dei carabinieri di Monreale siano da esempio e da sprono”, fanno sapere i carabinieri della città normanna. La rivoluzione sta arrivando?
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