Monreale, 10 dicembre 2016 – “Ritengo, dopo la sonora sconfitta di domenica, che i vertici regionali e provinciali del partito debbano seguire l’esempio di Renzi e presentare le proprie dimissioni. Forse non sono più legittimati a nominare un commissario o ad indire un congresso del partito. Da sondaggi interni al partito, in Sicilia il PD è al 14%, e con questa dirigenza potrebbe arrivare all’8%”.
L’avv. Fabio Ganci è stato segretario della sezione monrealese del PD a cavallo degli anni 2012 e 2013, fino a quando il congresso ha decretato la nomina a segretario di Toti Zuccaro. Ganci ha più volte denunciato pubblicamente l’assenza del partito a Monreale, da quando, il 14 settembre 2016, Zuccaro ha rassegnato le dimissioni da segretario. Da allora nessuna riunione, nessun incontro di partito né una mobilitazione ufficiale in occasione del referendum per la riforma costituzionale.
D: Lei denuncia l’assenza del partito, ma la giunta, con 3 assessori del PD su 6, continua comunque a lavorare. Siamo sicuri che ci sia l’esigenza di avere un partito organizzato a Monreale?
R: Il partito è essenziale, non si identifica solamente con gli assessori e i consiglieri, che hanno il compito di rappresentare le istanze degli iscritti nelle sedi istituzionali. A Monreale, alle dimissioni di Zuccaro, non sono seguite quelle azioni previste dallo statuto, come la nomina di un commissario, che avrebbero traghettato il partito al congresso. Di fatto a Monreale manca il PD. E le responsabilità sono imputabili ai soli organi di controllo, che nella vita del partito sono deputati a prendere in mano la situazione”.
D: Perché questi passaggi a Monreale non sono avvenuti?
R: Perché faceva comodo a qualcuno che a Monreale si rimanesse in una situazione di caos. A Monreale non deve crescere nulla. E, con più di 31.000 elettori, la città viene trattata alla stregua di una riserva di caccia dai potenti di turno che, in questo stato di caos, si avvalgono sul territorio dei loro ras di voti. Così il partito non cresce, non vi trovano adeguato spazio i giovani che, a differenza di chi li ha definiti sciocchi, sono stati determinanti per il risultato referendario.
D: In seguito alla nascita del Capizzi 2 e del comunicato giunto dai vertici regionali del partito, che dichiaravano come il PD fosse passato all’opposizione, si è certificato lo scisma in consiglio. Qual è la situazione oggi?
R: Se ci fosse stato uno scisma, il PD all’opposizione avrebbe dovuto presentare una mozione di sfiducia nei confronti di Capizzi. Invece non c’è stata. Questo perché assistiamo ad una opposizione bizantina, non perché in contrasto con la gestione dell’amministrazione Capizzi, ma perché dal sindaco non si è ottenuto qualcosa. Si va all’opposizione solo perché Raciti, Miceli e Rubino fanno tre nomi che non vengono accettati dal sindaco. E all’opposizione vanno consiglieri ed ex assessori che votano contro il conto consuntivo che era stato determinato dalle stesse loro iniziative. Quindi non si tratta di una opposizione all’amministrazione ma della ricerca di qualcos’altro.
D: Si è giunti a questa impasse dopo le dimissioni di Zuccaro. Come ne valuta la gestione della segreteria?
R: Alle ultime amministrative il partito ha ottenuto più di 4.500 voti, un risultato straordinario.
Zuccaro è stato un segretario bravissimo a condurre la campagna elettorale, a partire dalla composizione della lista. In seguito ha dovuto confrontarsi con quelle problematicità fisiologiche in un partito vincente, dove tutti pretendono di avere un ruolo di primo piano. Ha dovuto affrontare fin dal principio tensioni, fibrillazioni, ma che nascevano al di fuori dei tavoli istituzionali e che non approdavano al direttivo, critiche non rivolte nei confronti della segreteria o degli assessori. C’era dell’altro. Come detto Monreale non deve essere più una riserva di caccia, ed ogni consigliere, assessore o segretario deve svolgere il ruolo nell’interesse della città e del partito e non delle fazioni legate ai parlamentari.
D: Il voto referendario ha avuto ripercussioni a livello nazionale, con le dimissioni di Renzi, a livello regionale, con lo stop alle ambizioni di Faraone a candidarsi alla Presidenza della Regione. Vi saranno conseguenze sugli uomini del PD a Monreale?
R: Abbiamo assistito ad una personalizzazione della campagna referendaria, sia con Renzi ma anche con Faraone e con gli uomini a lui vicini, che dichiaravano che se avesse vinto il si avrebbero vinto loro, mentre se avesse vinto il no avrebbe perso il partito. A livello locale c’è stata una chiara risposta, nonostante si pensasse che i seguaci di Faraone avrebbero portato a Monreale il si al 50, 60%. E’ stata una risposta dei cittadini contro la riforma costituzionale, a dimostrazione che per delle giuste cause le persone vanno a votare e si informano, votando con la testa. Ma anche con il cuore. Penso che per un 10% avrà influito l’arroganza di coloro che già si consideravano inseriti nei gabinetti della Regione o pronti a candidature al Parlamento, regionale o nazionale.
Le ambizioni politiche sono lecite, ma dovrebbero essere coltivate e nutrite per i propri meriti e non per l’appartenenza a correnti, un’appartenenza che elargisce benefici. C’è chi fa politica per passione e chi per campare. Ci sono persone che hanno incarichi negli uffici di gabinetto della Regione, su nomina diretta del parlamentare o dell’assessore, o per appartenenza ad una corrente politica. E senza assumersi alcuna responsabilità ricevono 80.000 € l’anno. Solo perché servi di quel politico. E’ la morte della politica e del partito.
D: E’ ipotizzabile una sua candidatura alla segreteria del partito?
R: Ho fatto la mia esperienza che si è conclusa con le primarie del partito. Non è questo il momento di fare nomi. Se qualcuno dovesse chiedermi di candidarmi, ma non penso che si verificherà, potrei pensarci, sono un servitore. Ma in questo momento non servono persone di 45 anni o che fanno politica da 20 anni per assumere le redini del partito. Servono giovani, liberi dalle correnti, lontani da lotte tra fazioni. La risposta al Movimento 5 Stelle non si fa demonizzando gli avversari, ma attraverso un bagno di umiltà e tornando alle origini che hanno reso il PC e i DS un baluardo di legalità in Sicilia e in Italia.
A Monreale ci dovrebbero essere 245 tesserati. Il tesseramento 2015/2016 ha portato 245 persone a chiedere la tessera del PD, ma il tesseramento è stato congelato. Gli elenchi non sono stati trasmessi dagli organi di Palermo a Roma. 245 fantasmi, che hanno chiesto e pagato la tessera, ma che dal dicembre 2015 a oggi non risultano. Questo è lo stato del PD a Monreale.
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Faccio una domanda alla avvocato Ganci quando parla di bizantinismo penso si riferisca a se stesso e al suo modo di fare politica improntato solamente alla poltrona.come si è verificato nel Capizzi bis dove l’avvocato Ganci si è girato tutte le chiese per avere la nomina ad assessore dell’architetto Grana nonché sua moglie. Quindi eviti l’avvocato ganci di fare la morale quando lui è stato ed il bizantino e trasformista per eccellenza ognuno guardi a casa sua prima di guardate nella casa degli altri . Ma poi a che titolo parla ?
Non capisco la domanda a fine commento; bisogna avere una licenza particolare per esprimere la propria opinione o chiedere il permesso a non so chi? Non sembra il commentatore un membro della sinistra monrealese o anche lui se avesse potuto si sarebbe rivolto alle forze dell’ordine per far tacere le voci contrarie (vedi ex governo Renzi)?